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CONFERENZA STAMPA OSSERVATORIO CPCS - LUCI E OMBRE COOP. SOCIALI

CONFERENZA STAMPA OSSERVATORIO CPCS - LUCI E OMBRE COOP. SOCIALI

29/11/2023 | Cooperazione sociale: "le criticità riguardano inflazione, aumento e adeguamento degli stipendi oltre al sistema degli appalti".

Nel corso di una conferenza stampa il Comitato paritetico ha ribadito il ruolo strategico delle cooperative sociali di tipo A e B in ambito provinciale, evidenziando i problemi che affliggono il settore emersi dall'accurata analisi dei dati raccolti dall'Osservatorio dello stesso CPCS.

Qual'è lo stato di salute della cooperazione sociale in provincia di Bolzano? Nel corso di una conferenza stampa svoltasi presso la sede di Coopbund Alto Adige Südtirol, in Piazza Mazzini a Bolzano sono stato presentati di dati raccolti dall'Osservatorio della cooperazione sociale del Comitato paritetico della cooperazione sociale (CPCS).

Le centrali di rappresentanza delle cooperative che compongono il Comitato paritetico (Coopbund Alto Adige Südtirol, AGCI Alto Adige Südtirol e Raiffeisenverband Südtirol) assieme ai sindacati hanno analizzato i dati del questionario-ricerca consegnato e compilato nei mesi scorsi dalle cooperative sociali attive in provincia di Bolzano. Dati di fondamentale importanza per mettere a fuoco lo stato di salute del settore, che costituisce un importante e strategico punto di riferimento nell'erogazione di una serie servizi, di cui molti essenziali in diversi ambiti nel contesto territoriale.

Il ruolo delle cooperative sociali nel tessuto altoatesino

Nel tessuto altoatesino, le cooperative sociali di tipo B svolgono un ruolo fondamentale nell'inserimento lavorativo di persone diversamente abili o in stato di difficoltà. Nel mercato del lavoro queste aziende svolgono un servizio essenziale per garantire la possibilità a tutti di avere un ruolo attivo nella società, caratterizzato soprattutto da una realizzazione professionale in un ambiente controllato e adatto alle problematiche delle persone. Un contesto di riferimento prezioso per generare opportunità occupazionali ad una fascia sensibile.

Dall'altro lato ci sono le cooperative sociali di tipo A, ovvero quelle preposte all'erogazione di servizi sociali, assistenziali, socio-educativi e formativi che sono importanti, in quanto rispondono a concreti e quotidiani criteri del fabbisogno di una vasta fascia di cittadini. Oltre ai laboratori protetti per disabili gravi, ricordiamo le cooperative di assistenza all'infanzia e le cooperative sociali che offrono costantemente e capillarmente sul territorio servizi sanitari e sociosanitari.

I dati raccolti e analizzati forniscono un quadro attendibile sullo status di salute del settore e costituiscono una la base importante per potere evidenziare il criterio del fabbisogno e le criticità al fine di sviluppare valide e concrete proposte e iniziative per potenziare ulteriormente la cooperazione sociale in Alto Adige e su quali tematiche e ambiti puntare gli interventi migliorativi nel prossimo futuro.

La situazione analizzata dal CPCS al 31.12.2022

Rispetto all'anno precedente la situazione delle cooperative sociali è peggiorata.
Evidentemente, dopo la crisi dovuta alla pandemia hanno pesato in maniera importante l'inflazione e anche l'aumento e adeguamento degli stipendi.

Per quanto riguarda le cooperative sociali di tipo A è stato rilevato un incremento numerico a fronte di una diminuzione dell'utile da 2 milioni di euro nel 2021 a 500.000 € nel 2022. Si segnala allo stesso modo un importante aumento dei costi del personale nel 2022 dovuto ad aumenti autonomi all'interno delle cooperative sociali.

Per quanto riguarda le cooperative sociali di tipo B che si occupano di inserimenti lavorativi, si evidenzia una lieve diminuzione del numero complessivo e una diminuzione significativa dell'utile, che è passato da 5 milioni di euro il 31 12 2021 a 490.000 € il 31 12 2022. Nelle cooperative sociali di tipo B si riscontra altresì una riduzione significativa del patrimonio netto che passa da 10 milioni a 5 milioni e una riduzione generale dei contributi pubblici nello scorso anno: da 9 milioni nel 2021 a 4 milioni nel 2022.

In merito alla situazione del personale all'interno delle cooperative sociali di tipo A si nota un aumento dei dipendenti e anche dei parasubordinati. In particolare, si riscontra un lieve aumento dei dipendenti part-time e un lieve aumento dei dipendenti a tempo determinato.

Per quanto riguarda la composizione del personale delle cooperative sociali di tipo A le donne sono la maggioranza: 1.277 contro 221 uomini.

L'analisi del personale nelle cooperative sociali di tipo B fa riscontrare una generale decremento. In queste cooperative di inserimento lavorativo la maggioranza dei dipendenti sono uomini con un numero che si aggira intorno alle 320 unità contro 190 donne.

Per quanto riguarda il numero di dipendenti cosiddetti svantaggiati, che sono impiegati negli inserimenti lavorativi delle cooperative sociali di tipo B si rileva una lieve diminuzione rispetto al 2021 dove gli uomini passano da 219 unità a 209 e le donne da 173 a 154 nel 2022

La situazione della cooperazione sociale: punti essenziali

Le cooperative sociali svolgono costantemente un importante compito in ambito territoriale, sia nell'erogazione di servizi al posto del pubblico, sia in tema di inserimento lavorativo di persone svantaggiate che altrimenti non troverebbero lavoro, con le conseguenze relative sul piano personale e sociale.

Nel 2023 le cooperative sociali hanno potuto contare su un aumento salariale, grazie all'introduzione dell'elemento territoriale. Questo aspetto da un lato è molto positivo per la valorizzazione dei lavoratori, ma dall'altro lato costituisce un aumento dei costi notevole per le cooperative.

Il 2022 è stato caratterizzato da un'intensa trattativa con i sindacati da parte del tavolo di contrattazione, che è sfociata nel marzo scorso e, successivamente nel mese di settembre del corrente anno in un accordo territoriale economico e normativo. La trattativa è stata caratterizzata da un'ottima collaborazione tra parti datoriali e organizzazioni sindacali, in un clima di fiducia e di rispetto reciproco.

I sindacati si sono calati nei panni delle cooperative sociali, mettendosi a completa disposizione per contribuire a risolvere le difficoltà economiche. La fattiva collaborazione con i sindacati ha portato anche a trovare soluzioni condivise, ad hoc per cooperative sociali in difficoltà, evidenziando in modo sempre più marcato l'importanza che le stazioni appaltanti adeguino le tariffe degli appalti in corso, per far sì che le cooperative possano far fronte all'aumento dei salari dei propri lavoratori.

Considerazioni

Alex Baldo, presidente del Comitato paritetico delle cooperative sociali (CPCS) esprime preoccupazione per la situazione economica delle aziende del settore, che devono essere oggetto di attenzione e supporto da parte degli enti pubblici, in modo particolare nell'assegnazione dei servizi di pubblica utilità alle cooperative, come pure nel sistema generale degli appalti con il fine primario e positivo di assicurare la qualità dei servizi erogati. "Non si può dimenticare il ruolo delle cooperative sociali di tipo A e di tipo B all'interno della nostra società - sottolinea il presidente Alex Baldo -. Ruolo che deve essere riconosciuto per l'importante lavoro che svolgono. Rispetto agli aumenti salariali introdotti nel 2023, si può affermare con soddisfazione che sono il risultato di un importante trattativa congiunta. Un risultato positivo che si riflette sui molti lavoratori e lavoratrici del settore. Un ambito strategico nel contesto sociale della nostra provincia. Tuttavia, non si può dimenticare che l'aumento salariale incide sui costi delle imprese, determinando difficoltà economiche. Le cooperative devono essere supportate in modo concreto non solo attraverso l'erogazione di contributi pubblici, molto preziosi, ma anche da un adeguato riconoscimento delle stazioni appaltanti nelle gare d'appalto in corso e in modo chiaro e convinto in quelle future".

Nicola Grosso, Vivedirettore di AGCI Alto Adige Suedtirol, sostiene che: si deve assolutamente arrivare al concetto di co-programmazione e di co-programmazione con la PA, così come previsto dalla riforma del terzo settore (ex L 177/17), se si vuole effettivamente creare un ponte fra privato sociale e pubblico; al fine di indirizzare al meglio le risorse e aumentare il livello di erogazione dei servizi, proprio in prospettiva di un importante punto di potenziale svolta rispetto alla strategia degli appalti e delle gare che nell'ultimo decennio è diventata dominante per l'affidamento dei servizi generando un forte impoverimento dell'offerta e una marcata de-territorializzazione degli interventi.